Dopo molti anni Dorothy Gale, ormai anziana e smemorata signora della Grande Mela, torna nella sua vecchia casa del Kansas, accompagnata dal fido badante portoricano Pedro: a sua insaputa deve infatti firmare il contratto di vendita della casa.
Durante il soggiorno però Dorothy ritrova gli antichi giocattoli di porcellana che le riportano alla mente le passate avventure, mentre nella stessa notte, il Taglialegna di latta torna a farle visita con una notizia allarmante: nel meraviglioso mondo di Oz, alla città di Smeraldo, sta per scoppiare una guerra che solo lei ha la possibilità di scongiurare: una guerra tra lo Spaventapasseri, re dei Munkin e Leone, re degli abitanti della foresta.
E’ questa per Dorothy l’occasione di un nuovo, fantastico viaggio nel meraviglioso mondo di Oz, cercando di mettere la pace nel conflitto tra i due amici, compagni di quella prima fantastica avventura.
La semplice trama, arricchita da diversi riferimenti al modello originale del romanzo di Baum, se da una parte si presenta come un occasione per riflettere su tematiche fondamentali come l’altruismo, la cooperazione e la pace, dall’altra vuole essere un inno alla fantasia che si nutre di racconti e di ricordi, e che ci deve accompagnare in tutte le fasi della vita.
Dorothy, alla sua età, non perde la voglia di fantasticare, di raccontare avventure reali o immaginarie che siano, non è dato saperlo, ma che comunque rendono la vita sempre più serena e sorridente.
Lo spettacolo è stato realizzato facendo ricorso a diverse tecniche teatrali: teatro d’attore, di figura, d’ombre e teatro nero.
Può essere rappresentato in diversi contesti, anche non necessariamente teatrali, compresi gli spazi aperti e a luce naturale (ovviamente sacrificando le sequenze pensate con le ombre e con il teatro nero).
La scenografia, mobile, si compone di alcuni semplici elementi: un separé a soffietto in stoffa su cui è possibile proiettare le ombre, più alcuni semplici arredi che mirano a connotare la vecchia casa del Kansas di Dorothy Gale: un attaccapanni, un tavolo, una sedia, coperti da diversi teli leggeri, utili anche per suggerire i cambi di luogo previsti dall’azione scenica.
I pupazzi dello Spaventapasseri e di Leone mossi a bastone.
Le ombre ricreano la regressione onirica di Dorothy nel suo nuovo viaggio nel fantastico mondo di Oz e vengono proiettate sul separé a soffietto, il quale rappresenta l’elemento più rilevante di una comunque assai agile scenografia.
La colonna sonora rende omaggio all’illustre precedente del film con Judy Gardland, in particolare al celeberrimo Over the Rainbow che viene riproposto in diverse versioni nelle varie parti dello spettacolo.
Il richiamo alla narrazione del Fantastico mondo di Oz permette un continuo e diretto rapporto col giovane pubblico, al quale ci si rivolge costantemente per rievocare la storia, e per sollecitare quegli interventi, che saranno funzionali allo svolgimento dell’azione scenica, rompendo più volte la classica quarta parete.
Tuttavia lo spettacolo non è in alcun modo teatro di narrazione, in quanto il tutto si dipana sempre attraverso l’azione, richiedendo pertanto agli interpreti un forte impegno, tecnico ed emotivo, giocato anche sul fronte di più ruoli: una prova d’attore per cercare di rendere coinvolgente la storia senza rinunciare alle coralità delle voci dei diversi personaggi.
UNA PRODUZIONE 2 GIGA
SCRITTO E DIRETTO DA GIGI PALLA
SCENE LINA ZIRPOLI GIOVANNI VALGIMIGLI
COSTUMI E PUPAZZI AMEDEO D’AMICIS
AIUTO REGIA ANNA DELFINI
CON L’AMICHEVOLE PARTECIPAZIONE IN VOCE DI:
TOMMASO CARDARELLI, SERGIO MANCINELLI E VALENTINA MARZIALI
Teatro Fellini Pontinia