or_LAND_o
Paesaggi sonori del furioso
Un viaggio dentro Orlando alla scoperta delle sonorità possibili nel mondo fantastico di Ludovico Ariosto. A partire dalla struttura musicale del verso la voce si accosta agli strumenti ed all’elettronica al fine di recuperare quanto nella partitura del poeta, di azione o sentimento, è affidata al significante sonoro più che al significato letterario, in questo senso la voce diventa strumento o gli strumenti voce, in un viaggio alla riscoperta della grande letteratura in versi organizzata e costruita perché fosse “suonata”.
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FULL EXPERIENCE:
- ore 19.00 Tour nel Giardino di Ninfa
- ore 20.30 inizio spettacolo
Acquistabile online fino alla mezzanotte del giorno precedente lo spettacolo;
Acquistabile presso il box office del Giardino di Ninfa il giorno prima dello spettacolo;
SOLO SPETTACOLO:
- ore 20.30 inizio spettacolo
Acquistabile online fino ad un’ora prima l’inizio dello spettacolo;
Acquistabile presso il box office del Giardino di Ninfa tutti i giorni dalle ore 18:30;
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INFO 3292068078 3925407500
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CREDITS
Messa in scena dell’Orlando Furioso di L.Ariosto per attori, percussioni e live electronics.
regia Clemente Pernarella
collaborazione drammaturgica Stefano Furlan
con Clemente Pernarella, Melania Maccaferri, Andrei Cuciuc, Viviana Barboni
musiche e regia del suono Paolo Rotili
collaborazione artistica Rodolfo Rossi e Andrea Veneri
percussioni Rodolfo Rossi, Domiziana Del Mastro
live electronics Andrea Veneri, Matteo Ferrante
disegno luci Gianluca Cappelletti
fonica Andrea Grassi
responsabile organizzazione Alessandro Marascia
produzione Associazione Culturale Lestra con Teatro Fellini di Pontinia
in collaborazione con Conservatorio di Musica “Ottorino Respighi” di Latina e Fondazione Roffredo Caetani Onlus
SINOSSI
Entrare nel mondo dell’Orlando Furioso equivale a inoltrarsi in un luogo fantastico attraversando il quale però si avverte sempre qualcosa di pulsante e vivo. Basta un piccolo gesto, pochi versi, come girare l’angolo e si è portati via in un mondo irreale e favoloso. Se è la fantasia che ci sottrae al presente però continuo è il richiamo a qualcosa di concreto, una immagine, un ricordo, un profumo, un sentimento. Anche quando Astolfo ci porta sulla Luna sulle ali dell’Ippogrifo abbiamo la sensazione di non esser però tanto lontani. Maghi, castelli, cavalieri e piante e fiumi e fiori ed animali si materializzano intorno a noi come se non ci fosse nulla di più normale. Un rapimento, un sogno ma di quelli che lasciano il dubbio su quale sia il reale davvero il reale in cui viviamo. Questo è sufficiente a raccontare il motivo della scelta di portare nel Giardino di Ninfa un lavoro sul poema dell’Ariosto.
L’esperienza della visita nel Giardino ha lo stesso potere. Tanto potentemente evoca il mito quanto violentemente ci permette di cogliere la forza della natura. Avvertiamo l’uomo e il suo disperato combattere contro sé stesso. Splendide architetture, resti di un mondo civile, chiusi e costretti dall’impeto di piante e fiori e quasi sovrastate da esse. Ma è proprio nell’equilibrio di queste forze e nell’armonia che il giardino restituisce che, spesso inconsciamente, si rimane estasiati dalla perfezione dell’equilibrio. Uomo e natura.
L’”Orlando Furioso” ha da poco compiuto 500 anni ma la sua nascita ci porta ancora più indietro, alla fallita impresa di Carlo Magno di espugnare Saragozza nel 778. Il viaggio parte da così lontano per attraversare tutto il continente e, in mille rivoli trasformandosi nutre popoli diversi di una stessa cosa: storie. Storie di eroi, di donne bellissime e valorose, di animali fantastici, di guerre e di amori. Un universo che attraversa l’Europa da “La chanson di Roland” alle gesta di Rinaldo dei pupari siciliani che ancora oggi resistono, come resistono le immagini dei duelli e degli eroi sui carretti della Trinacria.
Ariosto riprende quelle storie, le raccoglie, le lascia germogliare, le ritocca e costruisce una delle opere che segnano il percorso della cultura occidentale. Trasporta Orlando e trasporta i lettori nel mito e ovunque ci si perda, in quello che Calvino definì “labirinto”, si ritrova sempre un tema, un colore, un sentimento in grado di scatenare riflessioni o emozioni che inquadrino sotto una luce nuova il nostro mondo. Questa la funzione del mito e questa la funzione che i versi dell’Ariosto assolvono costantemente.
Tanti i paesaggi evocati e tante le immagini ma la materia prima che dà corpo all’opera è il suono. Il poema in versi è una colossale partitura musicale dove l’endecasillabo ariostesco detta melodie, ritmi, timbri pensati per uno strumento principale: la voce. La voce guida in quei paesaggi dove però altri suoni aprono scorci e mostrano ambienti, luoghi dove approdare. “or_LAND_o” questo è il titolo che ha scelto Clemente Pernarella che dirige e interpreta lo spettacolo con Melania Maccaferri, Andrei Cuciuc e Viviana Barboni. ““LAND”- ci racconta l’attore e regista – nel nome dell’eroe, attraverso secoli e paesi differenti, è l’etimo che non si è mai perduto: Roland, Hruodlandus, Orlando. Laddove per noi il temine “landa” riporta a visioni di territori sconfinati e dove ancora to LAND in inglese stia per “sbarcare” “atterrare” oltre che mantenere lo stesso significato dell’italiano nella forma sostantiva. Il paesaggio, il viaggio e la scoperta o riscoperta è l’obiettivo che vorremmo far raggiungere agli spettatori.”
L’operazione nasce dall’opera del Maestro Paolo Rotili, docente del Conservatorio di Musica Ottorino Respighi di Latina. Un componimento, per percussioni e musica elettronica, nato alcuni anni fa dalle suggestioni del testo dell’Ariosto. Da questa partitura nasce l’operazione che vede uniti il Teatro Fellini, il Conservatorio e la Fondazione Roffredo Caetani.
Un viaggio dentro Orlando alla scoperta delle sonorità possibili nel mondo fantastico di Ludovico Ariosto. A partire dalla struttura musicale del verso la voce si accosta agli strumenti ed all’elettronica al fine di recuperare quanto nella partitura del poeta, di azione o sentimento, è affidata al significante sonoro più che al significato letterario, in questo senso la voce diventa strumento o gli strumenti voce, in un viaggio alla riscoperta della grande letteratura in versi organizzata e costruita perché fosse “suonata”.
L’operazione ha il peso di un traguardo e al contempo di una partenza. Per la prima volta il Teatro, che si è imposto in questi anni come catalizzatore e promotore delle migliori politiche culturali della provincia è insieme a due delle più importanti Istituzioni, tra pubbliche e private, in un luogo mai aperto al pubblico per una attività di spettacolo. L’iniziativa apre una prospettiva nuova ed insperata nei termini di strategie per lo sviluppo del territorio.