ROMBERG ARTE CONTEMPORANEA / Presenta:
Arte A Tavola
/ Pontinia – Teatro Fellini Pontinia – Sala Marco Ferreri
1° Appuntamento / 1° Dicembre 2019 – 1° Febbraio 2020
Fausto Roma / A cena da Patrizia
a cura di Daniele Zerbinati
Lo stomaco è il criterio. Il segnalatore cavo di una condizione che varia nel tempo, oscillando tra la vacuità e la pienezza, privazione e appagamento, e lo spazio del processo di dissolvimento a scopo metabolico della materia: accompagna in sottofondo – certificandone la presenza – la nostra vita biologica. Rende simili e inconciliabili, aggrega e oppone, e con esso il convivio, in quanto sede del nutrimento collettivo, condensa ed esemplifica quei valori che ci definiscono animali socievoli, predestinati al sodalizio quanto – l’attualità insegna – alla compresenza dissociata. La metafora della tavola che ha colonizzato culture e soggettività, dal simposio greco d’età classica alla gastronomia delle mode contemporanee, invita il pubblico “A cena da Patrizia”, prima personale della trilogia di mostre proposte da Romberg Arte Contemporanea per la rassegna “Arte A Tavola” ideata da Italo Bergantini e a cura di Daniele Zerbinati, al Teatro Fellini di Pontinia.
In un progetto inedito, la maestria del pittore e scultore Fausto Roma e il senso attivo dell’accoglienza incarnato dalla moglie, moderna anfitriona, celebrano l’attimo del sostentamento condiviso rielaborando gli strumenti che ne facilitano l’attuazione, e che si trasformano qui in riflessi arcaici della coscienza indotta all’associazione, serbatoi di pensieri lirici, ragioni etiche, pulsioni somatiche; l’estetica del banchetto, luogo d’allegrezza e non di scandalo con monsignor Della Casa, riconduce la sua durata alla fisiologia dell’esperienza comunitaria, della quale rappresenta la matrice, o una sintesi quotidiana, sia pure riproponendosi come il mite concretamento di quell’ordine simbolico che descrive ed universalizza l’archetipo del conflitto: il collidersi delle esigenze naturali, la contrarietà che nutre l’intelletto, la caccia del pubblico consenso, la padronanza ospitale, la diversificazione dell’essere – singolo e integrato -, il mistero del sacrificio, il cessare d’ogni forma di comunione.
Particolare contro particolare. Epopee alla mensa di Roma. Patrizia la simposiarca, Patrizia l’artigiano, Patrizia la madre. I commensali, divenuti conterranei nelle ma(g)lie della mise en place, in un concitato alternarsi di portate faranno esperienza di “realtà” rinnovabili al pari della materia d’arte, codificate in segni geometrici, slittamenti di concetto, flutti torrenziali di colori puri, fenditure luminescenti, tensioni in accumulo; divenuti consanguinei nella logica coesiva della ricerca di sazietà, comprenderanno una controteoria espressiva virtuosamente fondata sulla variazione: tutto è mutamento, quando si tratti di lusingare il palato come di incavare lingue di metallo o apprettare la grana della tela, a patto di preservare l’equilibrio dell’insieme. È la regola del pasto serale: un piatto in ceramica, paradigma dell’unione laica [simulacro di apertura contro la chiusura, di relazionalità contro l’isolamento], che sopravvive alla sua compiutezza circolare, anzi la quadra, rompe, dilata, instillandovi bellezza e armonia inaccessibili al tempo, per facilitare la costituzione di nuove pluralità. Noi intorno.
Teatro Fellini Pontinia