Una coppia d’amanti, due figurine felici che si preparano per uscire: mettono il vestito bello, i capelli hanno la piega appena fatta, un giro di perle al collo, le scarpe lucide. Si muovono rapidi, la loro danza si ferma di fronte ad uno specchio, che ne incide i nomi sulle ombre sottili. Poi arriva la guerra. Plinio il Vecchio racconta che la pittura nacque quando una ragazza ricalcò il contorno dell’ombra del suo giovane innamorato sulla parete della sua stanza. Il ragazzo sarebbe partito la mattina successiva, allora lei, la notte, tenendo la lanterna vicino al viso di lui e vedendo proiettarsi un’ombra sul muro, disegnò i contorni della sua ombra. Forse questa storia non continua come la fa continuare Plinio il Vecchio, con il padre della ragazza che realizza un ritratto d’argilla a partire dal disegno della figlia (così, si racconta, nasce la scultura). Forse questa storia continua a partire dal gesto di lei, dal tentativo di trattenere qualcosa che sfugge, che non si può afferrare.
ideazione e regia: Claudia Sorace
drammaturgia e suono: Riccardo Fazi
con : Riccardo Fazi, Claudia Sorace
produzione : Muta Imago 2007
Premio per miglior regia 2011 XXIX Fadjr Festival di Tehran.